Campodipietra - Cenni Storici

É a circa 9 km da Campobasso che sorge Campodipietra, un paesino del Molise a 500 metri sul livello del mare. La sua data di fondazione è incerta, ma di sicuro è anteriore al 1000. Il suo nome deriva da «campus» (piccolo centro abitato) e, poiché nella contrada Marchisi venne trovata una pietra sepolcrale con sopra incise le figure di un uomo e una donna a grandezza naturale, venne detto «de petra». In un mondo dove tutto cambia e si trasforma, è facile immaginare come Campus-de-petra sia divenuta Campodipietra!

Qualcosa del suo passato possiamo dedurla dalla lettura dello stemma. Esso consiste in uno scudo sormontato da una corona di comune e circondato da un ramo di quercia da un lato e da uno di alloro dall’altro.

Nel campo blu dello scudo, sovrapposti l’uno all’altro, figurano due torrioni di castello sovrastati da tre stelle. Stemma denotante, il nostro, un tipico paesetto di provincia sperduto negli Appennini, in seguito divenuto comune, ma sempre soggetto ai voleri e ai capricci dei vari signorotti che si avvicendarono nel suo possesso durante e dopo il Medio Evo.

Una contrada del territorio campopietrese porta il nome di «mulino della duchessa»; è il perenne ricordo di Claudia Carafa, duchessa di Campolieto, che l’acquistò nel 1600 e fu l’unica tenutaria a trattare la gente con un po’ di coscienza e con una certa dignità.

L’ultimo ad aver posseduto Campodipietra fu il duca Japoce, signore della Civitella, che ne divenne padrone alla fine del 1800. Anche se il nostro dovette essere, a causa della sua vicinanza al tratturo, un paese alquanto in auge nel Medio Evo, in generale è stato sempre di tenore agricolo e campagnolo; ma pure di stampo antico e glorioso, come stanno a testimoniare i ramoscelli di quercia e di alloro intorno al suo stemma.

Nell’antica Campodipietra si poteva accedere attraverso quattro porte:
L’entrata principale era la «porta della terra» e poi c’erano: «porta delli Giulii» (Fosso a Monte), «porta del ponte» e «porta di Santa Maria» (Fosso a Basso). Un paesino di poche case addossate per lo più alla chiesa e al palazzo ducale, che in appresso andò crescendo ed espandendosi dietro l’impulso del progresso economico e demografico dell’intera Italia




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